Marco Lo Pinto: “Onorato e orgoglioso di poter indossare ancora la fascia al braccio. Non vedo l’ora di raggiungere le 100 presenze con il Pomezia”
Il Pomezia Calcio 1957 non poteva non iniziare dalla riconferma del suo Capitano.
Dopo aver ufficializzato l’organigramma societario e lo staff tecnico, il DS Mezzina proprio nei giorni scorsi ha annunciato di aver trovato l’accordo per la prossima stagione con Marco Lo Pinto.
Il forte centrocampista classe 1993 con un trascorso importante con le maglie di Astrea, Fidene, Anziolavinio, Rieti, Montespaccato, Avezzano e Monterosi, è da tre anni alle dipendenze del Pomezia Calcio e grazie alle sue qualità calcistiche ed umane è entrato nel cuore della dirigenza e della tifoseria rossoblù.
Il “Ninja”, questo il suo soprannome per la somiglianza nel modo di giocare a Nainggolan, si è detto entusiasta di far ancora parte del progetto Pomezia. Queste le sue parole:
“Sono contentissimo di poter proseguire il mio rapporto con il Pomezia Calcio. Fare a 26 anni il capitano mi riempe di orgoglio e ne sono onorato. Innanzitutto ci tengo a ringraziare il Direttore Sportivo Alessandro Mezzina, con il quale ho un grande rapporto ed è stato lui a volere fortemente che diventassi il capitano del Pomezia. Ci sentiamo quotidianamente e tra di noi si è instaurato fin da subito un feeling particolare.
Ovviamente una menzione speciale la merita il nostro Patron Alessio Bizzaglia, che oltre ad essere presidente è il primo tifoso di questa squadra. E’ una persona eccezionale, un grande imprenditore, che nel Pomezia ha investito tante risorse e dedica anima e corpo a questa società. Rispetta sempre gli impegni presi e mantiene la parola data. In questo periodo di lookdown è sempre stato vicino a noi giocatori e ci tengo a dirlo si è fatto carico dei rimborsi dei mesi di emergenza in cui non abbiamo potuto giocare, mettendo come sempre avanti il cuore, il suo cuore immenso…
Non posso non menzionare tutte le persone fantastiche che ruotano attorno al Pomezia, il DG Pietro Peri, il Team Manager Franco Mancini, il segretario Nazzareno, i magazzinieri e tutto lo staff sanitario; ringrazio anche loro e non vedo l’ora di poterli riabbracciare.
Sono vicino al raggiungimento di un targuardo importante: le 100 presenze con questa maglia; un ulteriore testimonianza
di quanto sono legato a questi colori. Pomezia è la mia seconda casa. Il rosso e il blù me li sento tatuati sulla mia pelle.
Quando ho saputo del ritorno di mister Cristiano Gagliarducci, ho pensato in cuor mio, che la società non poteva fare una scelta migliore. Ho avuto il piacere di averlo come allenatore per due anni quà a Pomezia in Eccellenza e mi sono trovato molto bene. E’ un vincente, oltre ad essere un tecnico molto preparato e un grandissimo motivatore. Ho sempre sentito la sua fiducia, tante volte mi ha impiegato in ruoli non miei (terzino, estrerno), proprio perchè su di me ci contava e io ho cercato sempre di non deluderlo, adattandomi e sacrificandomi per il bene della squadra.
E poi ritroverò il mio capitano Carlo Baylon, con il quale ho condiviso tante battaglie sempre quà a Pomezia, anche se non sarà più un mio compagno di squadra, ma allenatore in seconda. Carlo è stato un calciatore straordinario, con un carisma ed una personalità difficili da trovare. E’ stato un esempio per tutti noi. Teneva il gruppo in una maniera unica, aveva una parola per tutti ed era sempre pronto ad aiutarti. L’armonia dello spoiatoio è fondamentale e lui era un maestro in questo, infatti mi ispiro molto a capitan Baylon.
L’annata appena trascorsa è stata una stagione complicata e sicuramente se ci trovavamo al quartultimo posto qualcosa abbiamo sbagliato. Certo, rimane il rammarico di non aver potuto concludere il campionato come dovevamo, ma purtroppo questo maledetto virus è piombato sulle nostre vite all’improvviso, stravolgendo la nostra quotidianità. Restare chiusi in casa tutto questo periodo non è stato facile, non poter andare al campo ad allenarci ancora di più. Per non parlare della domenica, giorno sacro per noi calciatori, e il fatto di non scendere in campo per disputare le partite è stato surreale.
Analizzando meglio la stagione, non possiamo essere soddisfatti. Abbiamo pagato lo scotto di essere ripescati all’ultimo, molti giocatori erano alla loro prima esperienza in Serie D e quindi l’adattamento non è stato facile. Poi c’è stato l’avvicendamento tra mister Bussi e Mazza, tanti giocatori sono andati via e ne sono arrivati molti altri. Diverse partite le abbiamo perse per errori di inesperienza e abbiamo lasciato tanti punti per strada, soprattutto in casa dove abbiamo fatto troppi pareggi. Nonostante tutte queste problematiche, eravamo ancora in corsa per salvarci e sono convinto che avremmo ottenuto la salvezza senza play out. Proprio per questo non convido la proposta di far retrocedere le ultime 4 di ogni girone. La trovo una scelta sbagliata e spero che il Consiglio Federale possa rivedere questa decisione. Meritiamo di rimanere in Serie D.
Questa è la mia speranza anche perchè quest’anno potrei ritrovare da avversario il Montespaccato, la squadra del mio
quartiere con la quale sono cresciuto, ne sono stato il capitano e che porto sempre nel cuore. Anzi, colgo l’occasione per congratularmi per l’ottimo campionato. In più il direttore sportivo è mio zio Marco e mi piacerebbe incontrarlo da avversario. Se dovesse capitare, quel giorno non lo saluteri neanche…(ride)
Qualora dovessimo rimanere in Serie D mi piacerebbe rifare questo Girone (umbro-toscano), ovvero l’E. Sono rimasto impressionato dall’organizzazione di tutte le società. Le squadre che abbiamo affrontato erano tutte ben strutturate ed attrezzate. Campi in erba naturale, Stadi veri, piazze storiche del nostro calcio e livello tecnico molto alto.
Nella mia carriera ho avuto la fortuna di fare sia il girone G (sardo-laziale) dove prevale la fisicità, rispetto al gioco, sia il girone F (marchigiano-abbruzzese) che si avvicina al girone E, ma l’organizzazione delle squadre, dal mio punto di vista, è inferiore. Dunque se dovessi scegliere, sceglierei il giorne umbro-toscano.
Ho tanta voglia di ricomiciare ad allenarmi con i miei compagni e di tornare alla normalità. Non vedo l’ora!
La società è ambiziosa e vogliosa di fare bene. C’è un progetto importante a Pomezia e sono orgoglioso di farne parte.
Il mio sogno nel cassetto? Quello di arrivare nel mio professionismo con questa maglia, sarebbe il massimo!”
Ufficio stampa Pomezia Calcio 1957